Uno spazio cosmopolita che promuove e diffonde la ricchezza delle culture del mondo
Lo Spazio Teatro No’hma guarda al futuro senza perdere di vista i valori che lo caratterizzano.
Il teatro del futuro è già una realtà da diverse Stagioni, grazie alla tecnologia OnLife che ha permesso di “andare oltre” le pareti fisiche
e il palcoscenico connettendo le platee di tutto il Pianeta. Questo rivoluzionario sistema ha consentito allo spazio di via Orcagna di realizzare appieno la propria missione, ossia la piena fruibilità dell’arte e della cultura, al di là di ogni barriera geografica ed economico-sociale.
No’hma diventa così un non-luogo, trasformandosi in una sala dove chiunque, grazie alle moderne tecnologie oggi a disposizione, può partire da ovunque e viaggiare nello spazio e nel tempo fino al qui e ora dell’accadimento teatrale, senza spostarsi dal luogo in cui si trova.
Tutto questo è possibile grazie all’OnLife>, termine coniato dal padre della filosofia dell’informazione Luciano Floridi, secondo il quale la linea di demarcazione tra la sfera della realtà in presenza e quella mediata dalla tecnologia si sta sempre più assottigliando. Nella sua applicazione alla messinscena teatrale, dovuta alla geniale intuizione del Teatro No’hma, OnLife > può significare che un attore può trovarsi a recitare a Johannesburg mentre parte del cast è a Milano; o che diventa possibile assistere allo stesso dialogo teatrale sia stando seduti nella platea di No’hma, sia in qualunque altro luogo, vivendo un’esperienza immersiva totale.
In questi anni, No’hma ha moltiplicato il suo palcoscenico fino a raggiungere molti luoghi, in Italia come all’estero, e a prendere parte a eventi di grande rilievo rimanendo nella sua sede di via Orcagna. Tra le esperienze più recenti, con l’OnLife No’hma ha potuto essere presente all’Expo di Dubai con il concerto di Eugenio Bennato e partecipare alla Biennale in Angola.
Essere un teatro del futuro implica per No’hma anche un’intensa e capillare opera di disseminazione culturale, con l’individuazione di sedi in cui spostare gli spettacoli, agendo su due direttrici: quella global per gli spettacoli esteri e quella local per gli spettacoli nazionali, per i quali cerca luoghi del territorio milanese o della città di provenienza della compagnia coinvolta, con l’obiettivo di ampliare sempre più i suoi orizzonti.
Se si volesse individuare il momento temporale, l’istante in cui Teresa ha avuto la visione del No'hma, sarebbe inevitabile farlo risalire a un incontro.
Quando un incontro segna l’inizio di un percorso se ne ha la percezione inconfondibile. La storia dello Spazio Teatro No’hma è proprio la storia di un incontro, di quelli che segnano, di quelli che non si dimenticano, di quelli che sono solo l’inizio di un percorso affascinante ed eccezionale.
L’incontro è quello che Teresa Pomodoro fece con la palazzina che oggi è il Teatro, che ne raccoglie l’eredità artistica e culturale. Quell’incontro divenne una scelta e, poi, una trasformazione.
Quella palazzina, una stazione in disuso dell’erogazione dell’acqua potabile milanese, oggi è diventata un punto fermo, nel panorama culturale nazionale e internazionale, da cui si irradia cultura, elaborazione artistica e teatrale.
Lasciamo a Teresa il compito di raccontare...
“Proust, senza saperlo, ha legato il suo nome alla Madeleine, No’hma a questo luogo d’acqua... mura che hanno echi di acqua, estrazione dell’elemento fluido che è all’origine della vita, la vita del pensiero, la vita della creazione, la vita del cuore. Senza saperlo, questo è curioso... gli elementi ci precedono, sono prima di noi, prima della nostra nascita. Acqua, luogo di rivelazione... l’acqua ci ammaestra... sincronismi, coincidenze che sembrano lontane, si saldano a un certo momento e diventano destini di luoghi di tempi, di persone, i nostri destini.... un giorno di primavera tanti anni fa nasceva No’hma da uno slancio spensierato, giovane di gioiosa immersione nel “fare esperienza” di sé e dell’altro in un rapporto di creazione e di scoperta...