Lo Spazio Teatro No’hma è stato fondato nel 1994 dalla drammaturga, attrice e regista Teresa Pomodoro. Nel 2008, anno della scomparsa di Teresa, la sorella Livia ne ha raccolto il testimone e sotto la sua direzione sono trascorsi, ad oggi, 17 anni di programmazione, che hanno portato solo con il Premio Internazionale a
sviluppare una vasta rete di connessione con più di 60 Paesi, oltre 130 compagnie, per un pubblico di 85.000 spettatori sparsi in tutto il mondo grazie allo streaming e all’OnLife.
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Quella Stagione dello Spazio Teatro No’hma è stata uno sguardo inedito sul mondo, che attraverso una concezione etica della cultura coinvolge lo spettatore in un viaggio alla scoperta di un’umanità nascosta, ignorata e talvolta dimenticata. Si tratta di uomini e donne di strada, profughi, vittime di violenze e di guerre ma anche di esperienze diverse, sensibilità estranee alla civiltà del consumo e del profitto. No’hma rappresenta questa realtà in modo non convenzionale, invertendo la prospettiva sugli eventi e creando un’esperienza teatrale innovativa, nata da commistioni di stili e registri comunicativi eterogenei
Sondare e mettere a nudo l’uomo e le sue pulsioni e spingerlo a riflettere e meditare sulla sua essenza, sulle sue azioni, sulla sua storia e sul suo futuro. Lo Spazio Teatro No’hma ha il dovere e l’ambizione di voler essere il luogo dove affrontare con profondità e spregiudicatezza ciò che muove la società, la politica, la ricerca e l’arte nel rapporto tra l’uomo e il potere
Lo Spazio Teatro No’hma si è presentato al pubblico per la Stagione 2010-2011 con una tematica di enorme attualità, volta a proporre e sperimentare le modalità più nuove, insolite e attraenti, affinché fossero riconfermate continue attenzioni all’uomo, al mondo sociale, affettivo, interiore, emozionale, al pensiero, alle forme di attuazione dello stesso, al senso profondo del vivere civile. La mission della Stagione è stata motivata dal fatto che troppo spesso gli individui si scontrano fra loro a causa dell’incapacità dell’uomo di vivere in armonia la relazione con il mondo circostante.
Il rapporto dialettico tra l’uomo ed il mondo è malato: lo Spazio Teatro No’hma, attraverso il tema “L’uomo e il senso delle cose”, ha voluto indagare a fondo su questa malattia, tentando una diagnosi e proponendo al pubblico un percorso terapeutico.
Il dualismo del bianco e del nero, del buio e della luce, del giorno e delle tenebre ha affascinato e attratto gli uomini fin dagli albori della civiltà. Lo Spazio Teatro No’hma, attraverso questo tema, ha condotto il pubblico nell’esplorazione di tutte le sfaccettature - filosofiche, sociali, politiche, economiche e fisiche - di questo apparente contrasto. La sfida di No’hma è cercare di sfondare, attraverso i colori, la porta sottile, ma al contempo dura, dell’irripetibile esperienza dell’Uomo sulla Terra.
“La Parola e il suo Doppio” ecco la sfida di No’hma per l’anno 2012/2013. La parola in sé non basta per esprimere sentimenti e pensieri, ma serve certamente a veicolare con autenticità ciò che costruisce la relazione tra gli uomini. La parola è una convenzione, sia nel segno che la esprime sia nel suono che la manifesta ma perde di senso tutte le volte che resta in superficie. No’hma ha traghettato la sua platea attraverso le varie fasi del complesso e delicato percorso culturale della conoscenza e costruzione della parola, per riportare al centro l’umanità e il suo progresso. In sostanza, all’interno della splendida cornice di Via Orcagna, vi è stata una continua e sempre innovativa “mise en scène” che è durata tutta la Stagione, della parola in sé, per renderla non sfuggente ma coerente e autentica.
Lo Spazio Teatro No’hma nella Stagione 2013-2014 ha celebrato i suoi primi vent’anni. In questo anniversario ha proseguito il suo viaggio verso l’apprendimento della bellezza, dell’armonia, della forza e dell’equilibrio, cercando di riscoprire il mondo delle emozioni. Così, lo Spazio Teatro No’hma ha messo a fuoco un tema importante, difficile e per certi versi scomodo, per cercare di esplorare, di comprendere e di esprimere la connessione tra “L’Uomo, la Natura e il Progresso”.
“L’acqua, la terra e le relazioni tra gli uomini” hanno accompagnato dunque il percorso di questa nuova Stagione dello Spazio Teatro No’hma che, in occasione di MILANO EXPO 2015, è iniziata ad ottobre 2014 e terminata ad ottobre 2015, ed è stata totalmente trasformata e resa ancor più coinvolgente ed appassionante. Il ciclo di spettacoli dedicato al tema principale della Stagione di No’hma, è stato peraltro affine a quello di MILANO EXPO 2015 e No’hma vi è arrivata con lo stesso desiderio che l’ha animata in questi anni: dare il proprio contributo al progresso, guardare avanti, con lungimiranza e intelligenza, rimuovere luoghi comuni e cliché che non hanno fondamento e che, anzi, portano fuori strada.
La Stagione teatrale 2015/2016 di No’hma ha voluto puntare l’attenzione su un tema che solo la banalizzazione e una superficialità fin troppo presente in questi nostri tempi ritiene effimero: cioè la Bellezza, la ricerca dell’armonia con la quale l’uomo e la natura possono mutare il mondo, trasformarlo in un luogo più accogliente, più giusto, più bello (appunto) nel quale abitare. Si, perché la bellezza è uno sguardo. E lo sguardo attento, desideroso di cogliere, di andare oltre le apparenze è uno sguardo che, a sua volta, può mutare la realtà. La bellezza dunque sta nello sguardo e se la sua intensità è capace di incidere sul mondo è tutt’altro che effimera.
L’Energia è vita, dunque. È movimento, attività, ma anche caos perché l’energia è una forza esuberante, spesso incontenibile che può anche essere distruttiva. L’uomo si è assunto un compito difficile: domarla, renderla una forza creatrice. Per farlo bisogna conoscerla e riconoscerla, carpirne i segreti, saperli mettere al servizio di una umanità che, allo stesso modo, sarebbe nulla senza quella forza propulsiva generata da quel soffio vitale. Dunque, quello tra Energia e Uomo è una sorta di sodalizio, una tacita ma formidabile alleanza. La prima è forza pura, il secondo è intelligenza. L’uno senza l’altra sarebbero inutilizzabili, sterili, inutili. Ecco, lo Spazio Teatro No’hma in questa Stagione ha voluto offrire al suo pubblico la messa in scena di questo sodalizio, trasformndolo in una versione teatrale fruibile, affascinante e proficua che producesse consapevolezza per la vita concreta.
Incombe come una minaccia e una speranza, la Passione, nel paesaggio della mente. Timore è che non giunga a liberarci infine dalla vita dei giorni, una teoria straziante e penosa di giorni che passano e non cessano di passare; a sottrarci dalle ore tutte uguali che si spengono ogni ora, una dopo l’altra, lasciando le macerie della colpa di non essere degni di tutta la bellezza del mondo e di non saperne sopportare con pazienza il destino. Inquieta attesa che la Passione s’affacci all’orizzonte, carica dei colori dell’aurora e del crepuscolo, della vita e della morte, devastando gli ordini e le certezze, mescolando il sangue con l’aria, le idee con gli odori, la saliva con la parola, il desiderio con l’innocenza; un cielo che può, solo se guardato sfidandone le promesse di sofferenza, diventare viola e porpora livido, carminio che sbiadisce nel cremisi, nel giallo e nella madreperla per incendiarsi di nuovo come lava, come un verso assoluto e feroce. Colori che possono condurre alla libertà, all’amore, alla rivoluzione.
In un’epoca in cui rapporti, contatti, comunicazioni sono sempre più virtuali, mediati da una tecnologia che solo apparentemente avvicina, No’hma ha messo al centro della sua attenzione quelle relazioni umane concrete, agite nella realtà che continuano ad essere alla base di ogni costruzione di un vero rapporto di umanità, di ogni avanzamento, sia scientifico che tecnologico, sia artistico che culturale. Sul palcoscenico del Teatro le relazioni umane prendono corpo in spettacoli e rappresentazioni che daranno origine a una Stagione tesa ad esplorare le profondità e le complessità dell’animo umano.
Sondare e mettere a nudo l’uomo e le sue pulsioni e spingerlo a riflettere e meditare sulla sua essenza, sulle sue azioni, sulla sua storia e sul suo futuro. Lo Spazio Teatro No’hma ha il dovere e l’ambizione di voler essere il luogo dove affrontare con profondità e spregiudicatezza ciò che muove la società, la politica, la ricerca e l’arte nel rapporto tra l’uomo e il potere
Il Tempo, lo Spazio, l’Umanità ci racconta proprio questo: un’alba su un orizzonte potenzialmente infinito come il futuro, in cui l’umanità deve ritrovare la propria anima, senza paura: come sostiene Livia Pomodoro “è l’alba, l’alba di un nuovo mondo e del nostro futuro. Basta con la paura. La paura lasciamola fuori di noi. Non trasmettiamola ai nostri figli, perché questo è davvero un retaggio pericoloso, per noi e per gli altri. La prudenza è una cosa, la paura è tutt’altro: è lo squallore di una vita vissuta senza averla vissuta”.
Non solo tecnologicamente, per essere un Teatro sempre connesso con il mondo, in grado di intercettare e condividere ideali, speranze, sogni. Questa l’essenza della Stagione 2021/2022. Un palinsesto che vuole arrivare alle compagnie di tutto il mondo e allo stesso tempo individuare e presentare le migliori proposte della scena nazionale. Divenire sempre più uno spazio di relazioni e di sollecitazioni culturali, a dimostrazione ancora una volta di quanto il Teatro No’hma sia un luogo di dialogo, di inclusione sociale e narrazione di comunità
La XV Stagione del Teatro No'hma è un percorso lungo dieci mesi durante il quale verranno esplorate vie inaspettate e sorprendenti, un cammino intrapreso da
quelle persone, in tutto il mondo, accomunate dai nostri valori. L'esperienza e l'anima di No'hma indicheranno la rotta sulla mappa di questo viaggio, una fiammella ardente nelle vie dell'anima che tutti insieme possiamo condividere.
Ci siamo scoperti viandanti, pellegrini sulla terra, uniti da una meta comune: il desiderio di pace e bellezza, gioia e libertà. Ci pervade l’eccitazione di quello che non conosciamo, di ciò che scopriremo. Ma anche l’emozione di tornare nei luoghi che ci appartengono. Siamo viaggiatori. Assaporiamo il gusto della partenza. Ci mettiamo in cammino con “cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente. Diciamo sempre andiamo anche se non sappiamo esattamente il perché”. Come pellegrini scegliamo le vie dell’anima e della fede per ritrovare in noi stessi il mistero dell’esistenza.
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